Il mito della caverna

ovvero perché le donne riescono a fare più cose insieme.

Allora si, miei adorati amici maschietti, credo che quanto sopra sia diventato un dogma ed anche se noi non lo ammetteremo mai di fronte alle nostre amiche, compagne o mamme (per quel dannato orgoglio “testosteronico” che ci distingue) loro sono più brave di noi quando si tratta di fare due o tre cose contemporaneamente.

La prima volta ne ebbi coscienza – e successivamente iniziai a studiare il caso – quando iniziai il liceo linguistico; ricordo perfettamente il monito di mio padre: “Maurizio, attenzione che in una classe di sole femmine farai molta più fatica”, certo, avrebbe anche potuto dirmi che avrei rischiato di diventare gay ma per quello mi è bastato ascoltare Mina cantata da mia mamma tutti i giorni 🙂 (ah quanto la adoro!).

Successivamente ne ebbi conferma ai tempi dell’agenzia: il mio gruppo di lavoro era formato per la più parte da donne (quindici). Ecco, ogni volta che facevo un brain storming ovvero tempesta di cervelli (praticamente è un modo figo per buttare idee sul tavolo, sperare che ne esca qualcosa e poi andare a venderle al cliente), ecco dicevo, ogni volta io rimanevo indietro nei ragionamenti perdendomi tra le loro sinapsi mentali ed arrancavo pronunciando “Spè, spè ripeti un pò?” e loro con sguardo compassionevole ripetevano ciò che per loro era già ovvio da almeno dieci minuti.

E qui il Maschio Etero Basic (MEB) potrebbe obiettare “Eh certo, sei tu che non sei intelligente e non capivi”, ok ci può stare ma vi prego continuate a leggere…

Veniamo alla mia teoria: ci troviamo al tempo della pietra (o cavernicoli) ma dobbiamo separare bene il ruolo del maschio alfa dalla donna “betagammadeltaechipiùnehanemetta”. L’ uomo aveva un compito: cacciare. Usciva al mattino presto, percorreva praterie e distese (stancandosi anche ) per trovare un animale da mangiare e poi tornava a casa stremato.

E la donna? Beh, la donna doveva alzarsi, preoccuparsi di mantenere il fuoco acceso, badare ai bambini, preparare la sbobba, rassettare il giaciglio, difendere la caverna e possibilmente trovarsi un altro uomo per fare all’ammmore perché il primo era uscito presto e non sarebbe tornato a casa prima del tramonto, tra l’altro lamentandosi pure della sua stanchezza (cosa che ogni MEB fa ogni sera al rientro dal lavoro).

Capite ora? E’ nel DNA!!! Risale tutto alla notte dei tempi! Il genere femminile è abituato a ricoprire più ruoli: donna, madre, amica, ed amante (pure un pò provocante altrimenti l’amante mica se lo tiene).

Un saluto a voi 🤗

E vi domanderete dove sta la bellezza in tutto questo? Innanzi tutto che forse vi ho fatti ridere, oppure pensare ad un aspetto su cui non avevate mai ragionato e che forse io con sta meravigliosa chicca potrei essere invitato da Alberto Angela ed ottenere il successo che merito.

P.s.1 Con questo post magari mi sono giocato una parte di follower maschili ma sapete che c’è? Non è un problema: l’uomo è infedele per sua natura nel senso che pensa di saperla più lunga degli altri, la donna invece (nonostante si cercasse un amante già ai tempi) è molto più fedele perché si informa, legge, ragiona e poi fa una scelta oculata che normalmente porta avanti per anni.

P.s:2 per tutti i MEB che invece continueranno a seguirmi e magari sono single: fate bene, avere un amico gay è un passpartout per trovare nuove donne pescandole tra le sue followers.

P.s:3 Chiedo venia a Platone per essermi permesso di fare un cauto riferimento al suo mito sull’allegoria della conoscenza. E che ora mi fulminasse pure.

Ecco il brano letto da me 🙂

Pubblicato da Maurizio Bramezza

Blogger & Happiness Coach

9 pensieri riguardo “Il mito della caverna

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