Era il gioco di parole che utilizzavo per imparare la
sequenza di semi al gioco delle carte: cuori, quadri, fiori, picche e mi divertiva ripeterlo.
Ed immediatamente pensavo: si parte dal seme più aulico ovvero l’amore, si aggiungono denari e fiori per vivere meglio e si finisce con i problemi cioè le picche.
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Oggi il cielo è fermo, immobile, non muove una foglia.
Dopo colazione siamo usciti per fare una camminata verso il centro e l’aria era inerte, umida, attaccata al suolo e non vi era possibilità di liberarsene.
Nulla di buono: se manca il vento allora le nuvole stagnanti buttano pioggia.
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Abbiamo acquistato un po’ di chincaglierie: una cavigliera, un anello e un bracciale di elevata fattezza Seychellese.
Io una collana, anche.
La desideravo di perle bianche; vista, provata ed acquistata.
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Siamo rientrati in camera e dopo aver sgranocchiato un po’ di chips alla banana (apparentemente sane, ma è una pura formalità credetemi) ci siamo messi a leggere, tanto il tempo non sarebbe migliorato.
E cosi è: sono le 16:17 o come direbbero gli inglesi 17 minuti dopo le 4, e piove.
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Dalla finestra dietro il letto filtra una luce vivida, nitida, inattesa e se mi scorgo vedo la punta della collina Nid d’Aigle, un nome altisonante come se fosse una cima della Baviera, coperta di nebbia.
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Un pomeriggio uggioso costellato di libri, chips, sonnellini, relax, scrittura ed esercizi stilistici.
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Scoprire un’isola o un nuovo luogo è esattamente questo: assecondare le sue necessità per entrarci dentro, assumere un ruolo, farsi conoscere ed amarla per conservarla nel proprio cuore, all’infinito.

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