Sempre Murakami mi ha insegnato ad osservare con cura senza esprimere giudizi affrettati.
Una banalità oppure una lamata psicanalitica, a voi la scelta.
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Provo dunque a farlo osservando le onde piegarsi verso il mare: ci avete mai pensato? Le onde giungono a riva dopo essersi sottomesse a Nettuno.
Splash, wosh, splash.

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In realtà ciò che volevo esprimere era quanto i miei pensieri si tocchino fra loro come dei calici di cristallo che, se riempiti adeguatamente, producono note foriere di dolci melodie.
Tin, piiin,tin,tlock.

Murakami insegna anche a scrivere per gioia, esprimersi con frasi facili e semplici anche se il mondo da ritrarre è intricato e difficile.
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Ora di fronte (mi sono voltato sulla sinistra dell’asciugamano) ho una piccola mangrovia che sta spuntando dalla sabbia.
Il pensiero che ticchetta nella mia mente è: “Hai fatto bene a non stendere il telo sopra di lei.
Rispetta la natura, sempre”. Cip, cip, cip.Tiiin.
E ancora: “Arriverà fino al mare o qualcuno l’estirperà?
Quanti animali si poggeranno su di lei, quante gocce di pioggia lambiranno il suo fogliame?
Quanti granelli di sabbia sono collocati su di lei ora?
Quanti amanti la ritrarranno nei loro scatti matrimoniali?”
Smack, smack. Tin.
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E tintinnando, i pensieri si uniscono tra di loro, alcuni sfuggono, altri cadono altri ancora restano e maturano sull’albero delle emozioni trasformandosi in meravigliose storie di vita.
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Tin tin, splash, cip cip, smack, cin cin.

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Ho scritto un post su Murakami: https://wwayne.wordpress.com/2011/01/31/big-in-japan/. Che ne pensi?
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